QUADERNO DI SPIRITUALITÀ STIMMATINA

                                                         

    

   

    Veglia di preghiera - L’Eucaristia e don Gaspare

 

«Lacrime alla Messa e raccoglimento dopo: e silenzio»

(MP ottobre 1808)

 

Canto per esposizione del Santissimo.

 

Celebrante:

Nel nome del Padre...

La grazia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo, sia con tutti voi.

 

Preghiamo:

O Dio, Padre di misericordia, che hai voluto darci nel tuo Figlio Gesù Cristo, il Pane della vita, concedi a tutti noi di partecipare sempre a questo grande dono, perché nell’accoglienza della Spirito Santo, possiamo sempre dare frutti di vita nuova. Tu che vivi e regni...

 

Guida:

L’Eucaristia è sempre stata vista, nella storia della Chiesa, come il pane per il cammino dell’uomo. Si ripete quello che è avvenuto per il profeta Elia, l’invito a prendere e mangiare per arrivare al monte di Dio, l’Oreb.

Nel giovane Bertoni l’Eucaristia è il pane per crescere nella vita cristiana.

 

Lettura (Summ. Add. p. 312)

Descrivendo la sua prima adolescenza il Giacobbe scrive: “Ascoltava con edificante devozione la santa Messa non solo in quei giorni nei quali per dovere di scolaro era tenuto con gli altri condiscepoli intervenirvi in S. Sebastiano, ma in ogni altro giorno libero dalla scuola: reputando perduto quel giorno, in cui non avesse, potendo, assistito al S. Sacrificio... Egli si accostava (alla comunione) ogni domenica, e con tale devozione ed affetto, che ben si vedeva la sua carità nutrirsi ed infiammarsi ogni giorno più a questa santa fornace di eterna carità.

 

Canto.

 

Guida:

Cristo Gesù dopo la consacrazione, non solo viene consumato come cibo e bevanda, ma rimane anche come Dio nel Tabernacolo per essere adorato e venerato. Ecco la lampada sempre accesa accanto al Tabernacolo, che ci invita all’adorazione.

 

Vogliamo ascoltare una pagina del Giacobbe dove ci presenta il giovane prete Bertoni accanto all’Eucaristia nel giorno di domenica.

 

Lettura (Summ. Add. p. 334)

Alla domenica mattina sua speciale consegna era quella di attendere alla distribuzione delle comunioni secondo le richieste dei fedeli. Egli allora, vestito di cotta, si poneva in coro con un libro spirituale, con la stola sempre vicina, pronto ad imporsela, ogni qualvolta fosse richiesto il suo ministero. Ore ed ore passavano, ma di stanchezza per lui neanche parlarne stando a accanto a Gesù in Sacramento, e se veniva colto da un po’ di languore gli bastava qualche pezzetto di cioccolata, senza che dovesse abbandonare il suo posto per la colazione. Fino a mezzogiorno egli si deliziava in preghiera, lasciando il colloquio con Dio solo per portare il suo Dio alle anime.

 

Silenzio di adorazione.

 

Guida:

L’Eucaristia è il perenne memoriale della Pasqua del Signore. Nella cena della Messa noi riviviamo il mistero pasquale, mistero di morte e di risurrezione.

Il Bertoni visse intensamente la santa Messa e soprattutto in essa ebbe le esperienze mistiche più belle.

 

Lettura (P. Nello Dalle Vedove, vol. 2, p. 37)

Questo fascino che emanava dalla celebrazione dell’Eucaristia era anche un esercizio continuo di preparazione e di ringraziamento alla santa Messa. Infatti il Bertoni, secondo il consiglio del suo P. Spirituale Don Nicola Galvani, non tralasciava mai la preparazione ed il ringraziamento poiché in queste due azioni “tanto scaldava il suo spirito da rimanere acceso di fuoco che lo faceva ardere dell’amore di Dio”.

Sarà soprattutto durante la celebrazione della Messa che il Bertoni sperimenterà “qual fiamma, qual fuoco arda e divampi nel suo petto” e spesso nel suo Memoriale Privato sottolineerà: “Alla Messa, nella consacrazione, comunione e tutto il ringraziamento, molte lacrime di compunzione ed affetto”. “Nella Messa molto raccoglimento, e riverenza. Il raccoglimento durò anche dopo, e confessando ancora”. “Nella Messa illustrazioni brevi ma vive, gran sentimento della Divina Presenza, fiducia, amore desiderio di trasformarmi in Lui, e che Gesù viva in me, non più io. Dopo Messa non durò questa grazia di unione: ma tornò per istrada andando per affari di famiglia, come quando ero in chiesa”.

 

Canto.

 

Guida:

L’Eucaristia è al centro dei sacramenti della Chiesa. L’Eucaristia dona all’uomo la forza di diventare figlio di Dio e di vivere la vita nuova. Ecco il segno del cero pasquale presente ad ogni sacramento.

 

Ascoltiamo una pagina del Bertoni sul potere dell’Eucaristia di divinizzare l’uomo.

 

Lettura (P. Nello Dalle Vedove, vol. 3, p. 160)

Nel dare il suo Corpo ed il suo Sangue in cibo e bevanda per mezzo del sacerdote, il Signore dimostra la grandezza del suo amore verso i suoi discepoli, perché Gesù Cristo come: “La nostra carne nella incarnazione ipostaticamente Egli unì alla sua Divinità, così la medesima carne colla Divinità sacramentalmente nell’Eucaristia a ciascun fedele comunicante Egli unisce, a fine che egli divenga un uomo divino, e quasi un altro Cristo e Dio... Noi ogni giorno lo riceviamo per questo fine, e non siamo uomini divini e neppure spirituali”.

 

Adorazione silenziosa.

 

Guida:

Sull’esempio di Cristo, la vita del cristiano è offerta a Dio gradita. Soprattutto attraverso le sofferenze ed il dolore, il cristiano offre a Dio la sua vita e ne fa un sacrificio perfetto.

Alla luce dell’Eucaristia si comprende anche una vita dedicata alla lode di Dio e al servizio dei fratelli.

 

Ascoltiamo l’insegnamento di Don Gaspare.

 

Lettura.

Quello che il Bertoni scriverà nel suo Memoriale Privato al giorno 11 luglio 1808 “Dopo Messa nel ringraziamento un sentimento più vivo di fede della presenza di nostro Signore e molta confidenza: un sentimento ancora di offrirmi a patire con Lui e per Lui qualche vessazione” lo sperimenterà ben presto.

Uno dei capitoli principali della vita di Don Gaspare sarà proprio la sofferenza, il dolore, una malattia che lo terrà inchiodato al letto per molti anni... forse i più belli della sua vita sacerdotale.

Le malattie lo tengono lontano dall’altare per lunghi periodi ed anche per anni; ed è allora che il Bertoni celebra la "sua" messa nel suo corpo martoriato accettando con amore e senza lamenti più di trecento operazioni chirurgiche alla gamba ed una terribile artrosi deformante.

Quando poteva essere lasciato un po’ in pace dai suoi dolori, si trascinava al coro vicino alla sua stanza e dall’alto della veranda della chiesa passava ore ed ore in adorazione. Talvolta accompagnato da qualche confratello poteva scendere anche in chiesa per celebrare. Ma nei lunghi periodi di immobilità, la comunione portatagli in camera era la sua consolazione più grande ed il mezzo per affrontare con gioia sofferenze e dolori”.

 

Benedizione eucaristica.

 

Canto finale.