P. Pietro Mantovani - stimmatino

 

    

           

INTRODUZIONE

 

È sempre un mistero la persona. Tanto più quella del santo. Il suo mondo è quello interiore, spazia nell’immensità di Dio. Così il santo vive con noi, è in mezzo a noi come uno di noi, senza lasciar trasparire, se non di tanto in tanto, la luce che illumina il suo mondo dagli orizzonti sconfinati.

L’uomo comune, capace o meno, non passa vicino a simili persone senza sentirne il fascino irresistibile. È un fascino che lo seduce. È come un motivo musicale.

Tu lo senti, la prima volta e dici: È proprio bello! Una seconda volta e dici: È la mia musica! E poi non te la cavi più, sei già entrato nel giro. Splende nel cuore dei giusti la bontà del Signore. Allora quella realtà tutta interiore non solo ti diventa personalmente interessante, ma d’istinto si è portati a manifestarla. Nascono così tutte quelle raffigurazioni, artistiche o meno, della vita dello spirito.

Sono il volto e gli occhi in particolare a rivelare o velare l’arcano dell’anima. Il viso esprime in tutta la sua potenza e rivela, in una mutevole serie di combinazioni e sotto i molteplici impulsi delle emozioni, ciò che anima la vita interiore dell’uomo. Anche le pieghe e le rughe che si formano sulla pelle narrano la storia di un uomo. Il viso di ciascun individuo è inequivocabile, è solo il suo. È l’icona vivente di tutto il suo mondo interiore. E se sono infinite le varietà del nostro mondo interiore, altrettanto numerose sono le sue espressioni. Per questo sono infiniti i ritratti d’un volto ed esprimono ciascuno una particolare dote dell’animo.

Anche i santi hanno il loro volto. Non è quello fotografico e neppure quello soltanto dei lineamenti somatici. Se è il volto d’un santo, deve manifestare la santità, la bellezza della santità. E siccome questo diventa quasi impossibile, ecco nascere il faticoso susseguirsi dei tentativi di cogliere quella inafferrabile luce interiore. Questi tentativi non sono solo prove dell’incapacità umana. Ma si presentano come un complesso cammino capace di svelare giorno dopo giorno aspetti diversi dell’infinita varietà dell’anima santificata.

E come esiste, attraverso le fonti scritte, una strada maestra per giungere alla piena manifestazione della santità fino ad essere riconosciuta e proclamata ufficialmente tale, così c’è anche questo "cammino minore" che si snoda indipendente e vario nella direzione della stessa strada. I ritratti autentici della santità sono i santi vivi, quelli che sono ancora tra noi. È Dio che li dipinge o li scolpisce lungo i giorni della loro vita. Tutti gli altri sono ritratti fatti da uomini. Di questi i più fedeli al ritratto divino sono quelli dal vivo e dal ricordo. Essi sono la sintesi non solo dell’emozione del momento, come una fotografia, ma anche di segni particolari che rivelano esperienze a lungo assimilate.

Poi vengono tutti gli altri, ad inventiva, dove anche il ricordo è venuto meno. Questi ritratti dei ritratti si salvano perché ciascuno aggiunge ed accentua, nei lineamenti fisici o negli atteggiamenti, un brano di anima, scoperto per altra via. Ai ritratti, a completare il volto di una persona, si uniscono i gesti e le azioni.

 

Notizie biografiche di San Gaspare Bertoni.

Nacque a Verona nel 1777.

Fu ordinato sacerdote nel 1800.

Iniziò la Congregazione religiosa delle Stimate nel 1816.

Morì a Verona nel 1853.

Fu beatificato da Paolo VI nel 1975.

Fu canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1989.