Appendice

DOCUMENTI

Scuola Apostolica Bertoni. Uno spaccato di vita durante e dopo la guerra.

Documenti

 

Documenti

 

Doc. 1

 

Discorso funebre tenuto da d. Luigi Pretto in memoria del defunto Mino Turco nel giorno del funerale, 18 agosto 1945, sul sagrato della chiesa di Povegliano. Il discorso, per volontà dei genitori di Mino,venne poi stampato su un foglio che reca l’intestazione: "Ai dolenti genitori di Mino Turco". Ringrazio d. Pretto, dell’Istituto d. Mazza, per la cortese concessione di pubblicarne il testo.

 

Sempre, davanti all’oscurità d’una tomba che si apre, davanti allo scorrere del tempo che tutto travolge, davanti al mistero d’una vita che si spegne, l’uomo resta accasciato e attonito come davanti ad un ignoto sopra il quale è calato un velo, che egli mai potrà sollevare.

Ma quando una tomba si chiude su un corpo di ventidue anni, quando il tempo travolge una vita ancor prima che cominci, quando il trionfo della giovinezza è soffocato dal trionfo della morte, allora davvero sembra quasi che il problema terribile del dolore non possa trovare la sua soluzione giammai.

Abbiamo visto un giovane ardente, pieno di fiducia nel futuro e di slancio generoso verso la vita, cadere come un fiore stroncato che reclina la bianca corolla sull’esile stelo; abbiamo visto la bellezza dell’ardimento e la forza urtare contro la mano bianca della morte e restarne vinte, come l’eroe schiacciato dal peso d’una volontà superiore; abbiamo visto la giovinezza che irride sicura al rischio, piegarsi alla forza della sventura, come cadono gli steli ancor teneri "al passar della falce che pareggia tutte le erbe del prato".

E chi ha visto tutto questo, chi ricorda la figura di Mino che passa in mezzo a queste vie, che si ferma a parlare con tutti, che si fa amico di tutti, quasi ai compagni più poveri di lui volesse far dimenticare la propria distanza sociale, chi l’ha visto come tutti gli altri scherzare sempre gioviale con gli amici, sempre eguale a sé stesso, resta ancora come me, attonito davanti a questa giovinezza stroncata, a questo fiore reciso.

Ma a che serve chiedere alla morte perché la sua mano divinamente terribile fa crollare i sogni della vita e recide la speranza nell’avvenire?

Il suo cuore che sembrava sentire l’ansia del limite posto al desiderio umano e, quasi impaziente di uscirne, cercava nuovi sfoghi come in un anelito incessante verso qualcosa di infinitamente superiore, è stato colto da Dio in quest’ansia d’infinito e trapiantato lassù, dove ogni desiderio è appagato, ogni volere realizzato.

A noi non resta che chinare la fronte sotto la mano di Colui i cui disegni sono sempre disegni di misericordia, di Colui che "non turba la gioia dei suoi figli se non per prepararne loro una più certa e più grande".

Certo il ragionamento può convincere l’intelligenza, ma non può fare che il cuore non senta il dolore.

E terribile, schiacciante per chiunque è il compito di dire una parola su simile bara, per consolare l’inconsolabile dolore di due genitori che hanno perduto nel loro figliolo la luce degli occhi, l’amore del cuore, quasi lo scopo della vita.

Terribile, schiacciante, anzi impossibile compito, se la fede non porgesse a loro e a noi la possibilità di guardare oltre quel velo calato, e di scorgere oltre la vita, l’infinita grandezza che non si spegnerà mai; se oltre il trionfo della morte non esistesse al di là, come un ponte lanciato dalla terra nell’infinito, il trionfo dell’eternità; se non sapessimo per bocca di Dio che il vero comincia ora, quando il tempo cessa e si spalanca l’eterno.

Soprattutto impossibile compito, se noi non potessimo additare a questa madre affranta, l’immagine di un’altra Madre colpita dal più grande dolore che cuore umano abbia potuto sopportare.

Lo scalpello degli artisti ne ha fatto un tipo, la Fede ne ha fatto un modello… e mentre il corpo dell’unico Giusto, martoriato dalla malvagità umana, deposto sulle sue ginocchia lascia cadere il capo sul suo braccio, e le braccia sul suo seno, il suo viso reclinato e piangente, sembra dire a tutte le madri piagate nel dolore, che non v’è gioia che duri, che non v’è cuore che non cessi di battere, che non v’è corpo cui non sfiori la morte, ma che oltre la gioia che si spegne, oltre il cuore che cessa di battere, oltre il corpo sfiorato dalla morte, una cosa resta eterna e non muore mai, perché fatta di essenza divina, perché nata dalla stessa natura di Dio: l’amore… L’amore che oltre la morte si proietta nell’eternità per consolare il nostro dolore, accrescere la gioia di coloro che attendono lassù di riabbracciarsi per sempre con noi.

E allora sì, sollevate gli occhi dal pianto o anime doloranti di padre e di madre, sollevate l’anima dal dolore perché la morte è ministra di Dio e Dio sceglie i migliori per coronarsene in cielo… e l’inno che avete sentito cantare poco fa è un inno di speranza gioiosa: "Ti scortino gli angeli in cielo, al tuo arrivo ti ricevano le schiere dei martiri e ti accompagnino nella sacra Gerusalemme immortale. A schiere gli angeli ti vengano incontro e con gli antichi patriarchi non abbia fine il tuo riposo"

Manibus, o date lilia plenis

Spargete fiori a piene mani sulla tomba, o angeli di Dio, e conservate a noi eterna la sua giovinezza.

Povegliano, 18 agosto 1945

 

 

 

 

Doc. 2

 

Il patrono dei traslochi

 

È san Martino di Tours. Quando ricorreva la sua festa liturgica, l’11 novembre, un tempo avvenivano gli sfratti e i traslochi della povera gente e degli affittuari. Le parole sono di Giovanni Reverberi ed esprimono il clima psicologico degli errabondi chierici in quel periodo.

 

Il patrono dei traslochi

noi abbiam per protettor

il suo aiuto abbiam provato

dal quaranta a questo dì.

 

Da Verona a Sezano

poi a Bosco in mezzo ai pin.

A Galbiate ci trovammo

sempre allegri tutto ‘l dì.

 

Ma peccammo! E a Cadellara

tutto iroso ci spedì,

ove in mezzo a tanti guai

freddo e nebbia ci donò.

 

Ma, coraggio amici miei,

già ci fu chi presagì:

"che se or battiamo i denti

quest’estate suderem!".

 

 

 

 

 

Doc. 3

 

Donazione da parte del comm. Guglielmo Turco dell’immobile di Cadellara alla Scuola Apostolica Bertoni dei Padri Stimmatini.

 

Donazione

N. 20524 Rep. N. 7484 Fasc.

REPPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DELLA LEGGE

L’anno millenovecento quarantasei mese di ottobre, giorno sette. In Verona, Via Rosa 7, nel mio studio. Innanzi a me Dott. Antonio Cicogna, notaro iscritto al Collegio Notarile di Verona, mia residenza, e alla presenza dei testi a me noti ed idonei: Rev. P. Michele Madussi fu Giosuè, nato ad Artegna (Udine) e domiciliato a Milano. Casali Giacinto fu Angelo, nato e domiciliato a Verona, impiegato, si sono costituiti:

il Sig. TURCO GUGLIELMO fu Narciso, possidente, nato a Caldiero e domiciliato a Povegliano, il rev. P. Domenico Rossi fu Giovanni, nato a Colognola ai Colli e domiciliato a Verona, che interviene quale procuratore del p. Emilio Recchia fu Camillo, nato a Verona e residente a Roma Via G. Reni 2, unico e legittimo rappresentante della Scuola Apostolica Bertoni dipendente dalla Congregazione dei Preti della SS. Stimate di N.S.G.C. con sede in Verona (E.M. riconosciuto con Decreto Reale 29 ottobre 1931 registrato alla Corte dei Conti il 13 ottobre 1931 Foglio N. 297) per mandato 8-VI-1938 N. 16587 di Rep. De Besi, mandato che in copia autentica e con dispensa dalla lettura si allega al presente sub. A. Comparenti della cui personale identità e capacità giuridica e veste io Notaro sono personalmente certo, i quali mi richiedono di far constare per questo atto quanto segue:

1. Il Sig. Turco Guglielmo fu Narciso dichiara di donare come dona alla Scuola Apostolica Bertoni dipendente dalla Congregazione dei Preti delle SS. Stimate di N.S.G.C., il seguente immobile:

In comune di Colognola ai Colli località "Ca’ de l’Ara" casa di villeggiatura di piani 4 vani 36 descritta nel vecchio Catasto di Cadellara col N. 179 e nel Catasto nuovo di Colognola ai Colli al foglio XIV° coi M.N. 43-44-45-46- del R.I. di L. 2000 – e terreno al Foglio XIV° coi M.N. 36 Ett. 2.91.00 R.D.L. 2837.25 R.A.L.582-

M.N. 37 Ett. 0.07.13 RDL. 81,99 RAL. 14,97

" 38 " 0.00.26 " ––—— " –——–

" 39 " 0.53.35 " 520,16 " 106,70

" 40 " 1.13.03 " 1102,04 " 226,06

" 41 " 0.00.49 " —–––– " ———

" 42 " 0.00.94 " ——— " ———

" 47 " 0.01.28 " ——— " ———

" 51 " 0.02.16 " 21.06 " 4.32

" 169 " 2.18.50 " ——— " ———

_____________________________________________________

Tot. Ettari 6.88.20 RDL. 4562,50 RAL. 934,05

 

(diconsi ettari sei, are ottantotto e centiare venti).

 

Fra confini: girando nel senso Nord-Est-Sud-Ovest: strada comunale Cadellara, M.N.161 Foglio XIV° e M.N. 177-35-34, strada Comunale Decima e M.N. 53-161-172-170- salvo i più precisi.

2. Detti beni vengono donati con ogni loro accessione, pertinenze e diritti, nello stato ed essere in cui si trovano, così e come goduti dal donante cui pervennero in proprietà per rogito 15 Settembre 1941 N. 1394 di Rep. Not. Luciano Verzé di Soave.-

3. Il possesso di fatto e l’utile godimento dello stabile donato passa all’Ente donatario con effetto da oggi.-

4. La soprafatta donazione segue sotto l’osservanza dei seguenti patti e condizioni.-

a) La casa di villeggiatura sarà adibita in perpetuo per una delle Opere della Congregazione dei Preti delle SS. Stimate di N.S.G.C.

b) L’intera proprietà (fabbricati e terreni) non potrà essere alienata, e sarà intitolata al nome e cognome del compianto figlio del donante "Mino Turco".

c) Quando al donante sarà possibile erigere una cappella nella proprietà donata, l’Ente donatario sarà tenuto ad accogliere in essa e custodirvi la salma di Mino Turco, quella del donante e della di lui Consorte.

Il donante prega infine i Rev. P. Stimatini di celebrare i seguenti suffragi: due uffici funebri all’anno, uno il 21 febbraio, e l’altro il 14 agosto, cioè negli Anniversari della nascita e della morte di Mino Turco, e inoltre dodici S. Messe all’anno il 14 di ogni mese.-

5. La donazione segue con tutte le garanzie di legge in linea di proprietà e di libertà e di garanzia anche per evizione.

6. Il Rev. P. Domenico Rossi, quale procuratore del legittimo rappresentante legale della Scuola Apostolica Bertoni prende atto dell’avvenuta donazione, e se ne dichiara notiziato ad ogni effetto di legge, dispensando il donatore a me notaro da ogni altra formalità al riguardo.-

Durante il procedimento diretto ad ottenere l’autorizzazione ad accettare la donazione in oggetto, assume di compiere tutte le pratiche necessarie alla tutela del diritto trasmesso: e come semplice manifestazione di volontà dichiara per l’Ente donatario di accettare la donazione stessa e di presentare in questo momento medesimo la formale istanza per l’accettazione governativa.-

Per conseguenza il donante dichiara di rinunciare alla notificazione del documento prescritto dall’art. 782 C.C. e dal richiedere la revoca della donazione anche se sia trascorso il termine senza che l’autorizzazione sia stata concessa.-

7. Il donante dichiara inoltre di rinunciare alla iscrizione di qualsiasi ipoteca legale e di esonerare il Sig. Conservatore dall’iscriverla.-

8. Agli effetti fiscali si dichiara che anteriormente ad oggi il donante non ha fatto altri atti di donazione alla Scuola Apostolica Bertoni.-

Quest’atto, scritto da me su due fogli per facciate sei e parte della presente, venne da me notaro letto alla presenza dei testi alle parti comparse le quali a mia domanda lo dichiarano conforme alla loro volontà e con me lo sottoscrivono.-

F.t. Guglielmo Turco

" Sac. Domenico Rossi

" Michele Madussi - teste

" Giacinto Casali - teste

" Dott. Antonio Cicogna - Notaro

 

 

 

 

 

Doc. 4

 

Testamento della signora Micaela Steccanella Turco a favore della Scuola Apostolica Bertoni. Il testamento del marito sig. Guglielmo Turco è perfettamente identico a quello della moglie, perché i due coniugi hanno seguito alla lettera la minuta stesa dal notaio Antonio Cicogna. (Naturalmente invertendo l’ordine delle persone!). Una sola differenza: il testamento di Guglielmo Turco porta la data del 10 maggio 1955, mentre quello della moglie è datato 11 maggio 1955.

 

Verona 11 maggio 1955

Io sottoscritta Micaela Steccanella fu Eugenio in Turco lascio alla Scuola Apostolica Bertoni dipendente dalla Congregazione dei Preti delle Stimate di N.S.G.C. con sede in Verona, la proprietà dei beni mobili ed immobili che mi appartengono, mentre intendo riservare l’uso e l’usufrutto dei medesimi al mio consorte Guglielmo Turco vita sua natural durante. Faccio obbligo alla Scuola Apostolica Bertoni, che costituisco mio erede universale, che alla cessazione dei vincoli di cui sopra, il capitale e le rendite vengano destinate in perpetuo a favore dell’Opera "Mino Turco" con sede in Pieve di Colognola ai Colli e pertanto i beni immobili non potranno e non dovranno essere alienati, essendo mio esplicito desiderio di perpetuare il ricordo e la memoria del mio amato figlio Mino con un’alta ed incessante opera di bene.

Intendo inoltre che dopo la mia morte vengano celebrate dalla Scuola Apostolica Bertoni N. 12 (dodici) S. Messe Annue in suffragio della mia anima.

Micaela Steccanella in Turco

 

 

 

 

 

Doc. 5

 

Testamento di Bianca Steccanella. Come si può costatare, essa ha seguito nella sostanza e nella forma il testamento della sorella Micaela.

 

Cazzano di Tramigna – 6 ottobre 1975

Mio testamento

Io, Bianca Elena Steccanella fu Eugenio, nata a Cazzano di Tramigna il 2 settembre 1895, lascio alla Scuola Apostolica Bertoni dipendente dalla Congregazione dei R.R. Padri delle Stimate di N.S.G.C. con sede in Verona, la proprietà dei miei beni mobili ed immobili che mi appartengono. Voglio che dopo la mia morte la Scuola Apostolica Bertoni, che costituisco erede universale, destini la mia casa paterna di Cazzano, il giardino, l’adiacente brolo e le adiacenti fabbriche (ora affittate) a scopo di culto e beneficenza, usando per i medesimi scopi le rendite delle altre mie proprietà; che si prenda cura della mia tomba di famiglia nel cimitero di Cazzano dove riposano anche i miei cari e celebrare una S. Messa annua, possibilmente nel mese di novembre. – La casa paterna, giardini, brolo e case adiacenti restino inalienabili, questa è la mia volontà. Funerale semplice, niente fiori né corteo all’uscita della chiesa per raggiungere il cimitero; ad eccezione dei cari intimi. – Annunciare la mia morte a funerali avvenuti. Nel caso ce ne fosse bisogno, prego sostenere fisicamente e moralmente la mia cara sorella Luigia Steccanella ved. Fabi.

Il prezzo di vendita dei miei fondi che venga sempre usato per eventuali riparazioni alla mia casa, oppure sempre ad opere di bene ai nomi di Bianca, Emilio e famiglia di Eugenio Steccanella, sempre a favore della Congregazione dei RR. PP. Stimmatini.

Con il presente viene annullato ogni altro mio testamento fatto precedentemente.

Bianca Steccanella fu Eugenio

 

 

 

 

Doc. 6

 

Atto notarile con il quale l’IPAB "OASI" di S. Bonifacio accetta la donazione disposta dalla Scuola Apostolica Bertoni a suo favore dei beni della defunta Steccanella Bianca.

 

N. 78.753 di Repertorio N. 22.245 di Raccolta

ACCETTAZIONE DI DONAZIONE

REPUBBLICA ITALIANA

L’anno millenovecentoottantacinque, il giorno venticinque del mese di gennaio. (25.1.1985).

In San Bonifacio e nel mio studio al primo piano del Palazzo Grattacielo in piazzale Veneto.

Avanti a me dott. Nicodemo Zordan Notaio in San Bonifacio ed iscritto al Collegio Notarile di Verona, assistito dai testimoni idonei, come essi confermano, i signori:

1) Steccanella Geom. Mario, nato a Cazzano di Tramigna il 7 settembre 1921, ivi residente, via Malesan, professionista.

2) Castellani Neris, nata a San Bonifacio il 19 aprile 1950, ivi residente, impiegata.

È presente la sig. Mastella Maria, nata a San Bonifacio il 21 marzo 1954, ivi residente, via Giovanni Verga N. 4, medico la quale interviene nella sua qualità di Presidente e quindi legale rappresentante dell’I.P.A.B. Opera di Assistenza e Servizi Integrati O.A.S.I. del Comune di San Bonifacio, come costituita in base al D.P.G.R. N. 1975 del 20.10.1983; come autorizzata con Decreto della Giunta Regionale del Veneto 5 luglio 1983 N. 1398, rettificato con successivo Decreto 15 novembre 1983 N. 2040, esecutivi come per legge; nonché con delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Ente in data 23 novembre 1984, documenti che in copia conforme previa lettura, presenti i testi, alla comparente allego al presente atto sub A) B) C). = PARTITA IVA 00672040235.

Detta comparente della cui personale identità io Notaio sono certo,

mediante il presente atto pubblico

PREMESSO

- che con mio rogito 30.10.1982 N. 71808 di Rep., registrato a Soave il 17 novembre 1982 al N. 2582 vol. 121, la Scuola Apostolica Bertoni dipendente dalla Congregazione dei Preti della SS. Stimate di N.S.G.C. con sede in Verona, Via Carlo Montanari N. 3, a mezzo del legale rappresentante m. r. Cassini Don Albino ha fatto donazione a favore della Pia Casa di Ricovero de San Bonifacio dei seguenti beni, come pervenuti per successione della defunta Steccanella Bianca Elena, deceduta il 10.11.1977, regolarmente accettata con beneficio d’inventario e cioè: In Cazzano di Tramigna, Sez. Unica, foglio XVIII M.N. 111-112-240-241-242-173-114-95-134-137-138-136-139-135/b-143-175/b-; – foglio XIX M.N. 81-218-219-154; – foglio XVI M.N.311/sub2 -266-146-553 di complessivi ettari 10.59.13 RDL. 10364.03 RAL. 2276.59; =

- ed al N.C.EU. pag. 171 stesso Comune, foglio XVI M.N. 144; 311/sub.1- 490; 597/sub 1; 597/sub.2; 597/sub.3; 597/sub.4; 598. = Totali U.I. 7 vani 27,5 – mq.211 rend.cat. £.4179. =

- che la donazione in ossequio anche alle volontà testamentarie della defunta restava subordinata alle seguenti condizioni:

- 1) che la Casa di Riposo aggiunga fra i suoi scopi istituzionali anche fini di beneficenza e di culto

- 2) che nel Consiglio di Amministrazione vengano inclusi un rappresentante dell’Istituto degli Stimmatini e un rappresentante del Comune di Cazzano di Tramigna;

- 3) che tutte le imposte e tasse siano a carico dell’Ente donatario;

- 4) che i beni immobili facenti parte della donazione e le rendite dei medesimi vengano destinati interamente all’erigenda Casa di Riposo;

- 5) che la Pia Opera donataria tenga in particolare considerazione

le richieste di accoglienza dei Religiosi Stimmatini, dei loro parenti stretti e degli abitanti del Comune di Cazzano di Tramigna;

- che in esecuzione ed adempimento delle condizioni di cui sopra, su conforme decreto della Regione del Veneto in data 20 ottobre 1983 N. 1975 esecutivo per legge, la Pia Casa di Ricovero di San Bonifacio ha assunto la nuova denominazione "I.P.A.B. OPERA DI ASSISTENZA E SERVIZI INTEGRATIVI" con sede in San Bonifacio, Via Ospedale 32; dotandosi di un nuovo Statuto dove risultano ampliati gli scopi sociali ed incluso nel Consiglio di Amministrazione un rappresentante dell’Istituto degli Stimmatini e un rappresentante del Comune di Cazzano di Tramigna;

- che con decreto della Giunta Regionale del Veneto 15 luglio 1983 n. 1397 e successiva rettifica in data 15 novembre 1983 N. 2040 sopra allegati, la Casa di Ricovero di San Bonifacio, ora "Opera di Assistenza e Servizi Integrati", veniva autorizzata ad accettare la donazione disposta a suo favore dalla Scuola Apostolica Bertoni in base a mio rogito sopra citato 30 ottobre 1982 N. 71806 di Rep., relativamente ai beni come ivi riportati;

- che il Consiglio di Amministrazione dell’Ente donatario con delibera 23 novembre 1984 pure allegata, autorizzava il Presidente Dott. Mastella Maria a perfezionare le pratiche di accettazione della donazione:

TUTTO CIÒ PREMESSO

- che formar deve unico contesto con quanto segue: l’I.P.A.B. Opera di Assistenza e Servizi Integrati (OASI) del Comune di San Bonifacio, già Opera Pia Casa di Ricovero, a mezzo del Presidente Mastella Dott.ssa Maria come sopra costituita ed autorizzata,

DICHIARA

- di accettare come in effetti accetta la donazione come effettuata

da parte della Scuola Apostolica Bertoni dipendente dalla Congregazione dei Preti delle SS. Stimate di N.S.G.C. con sede in Verona, via Carlo Montanari 3, a favore della Pia Casa di Ricovero di San Bonifacio, in base a mio rogito 30 ottobre 1982 N. 71806 di Rep. sopra citato e relativamente ai beni come ivi indicati e riportati catastalmente nelle premesse e che si intendono qui richiamati e trascritti.

- Il legale rappresentante dell’Ente donatario in relazione alle condizioni come apposte nell’atto di donazione da parte dell’Ente donante si assume le imposte e le tasse relative alla donazione e si obbliga a destinare gli immobili e le rendite dei medesimi per l’erigenda Casa di Riposo in Cazzano di Tramigna e a tenere in particolare considerazione le richieste di accoglienza dei Religiosi Stimmatini, dei loro parenti stretti e degli abitanti del Comune di Cazzano di Tramigna, condizioni che per quanto non ancora adempiute, resteranno vincolanti per l’Ente donatario.

- Agli effetti della registrazione si dà atto che il valore dei beni oggetto della donazione in base a perizia giurata, viene indicato in £. 724.000.000 = (settecentoventiquattromilioni).

- Si rinuncia all’ipoteca legale per qualsiasi motivo dipendente dal presente atto, con espresso esonero a favore del Conservatore dei Registri Immobiliari all’obbligo di iscriverle. Le spese del presente atto e conseguenti vengono assunte dall’Ente donatario il quale precisa che a’ sensi dell’art. 25 della legge 26.10.1972 n. 643 lettera C, la donazione è esente dall’INVIM effettuata a favore di Ente legalmente riconosciuto avente per scopo specifico l’assistenza e beneficenza e a sensi dell’art. 3 della legge 26 ottobre 1972 N. 637 e per gli stessi motivi è esente pure dall’imposta di donazione.

- Il presente atto sarà notificato a’ sensi di legge all’Ente donante.

- Richiesto io notaio ho ricevuto il presente atto del quale, presenti i testi, ho dato lettura alla comparente che da me interpellata lo dichiara conforme alla sua volontà ed a conferma con me Notaio e

  • testi lo sottoscrive.

  • - Scritto tutto a macchina, sotto mia dettatura da persona di mia fiducia con nastro indelebile in base alla legge 14.4.1957 – N. 251, su facciate cinque e fin qui della sesta di due fogli.

    Maria Mastella

    Mario Steccanella – teste

    Neris Castellani – teste

    Nicodemo Zordan – Notaio

     

    Appendice

    DOCUMENTI