11 MARZO

 

 

 

 

P. LUCIANO ZOCCATELLI

 

10.12.1936 a San Massimo (VR) - 11.3.2003 Ospedale Borgo Trento (VR)

Ancora una volta, carissimi confratelli, il Signore è venuto in mezzo a noi per chiamare a sé il migliore, il più buono di noi, padre Luciano Zoccatelli.

Martedì 4 marzo 2003, accompagnato da p. Sergio Tommasi venne a s. Leonardo da Gemona per essere ricoverato nell’ospedale di Negrar (VR).

L'esito delle analisi cliniche eseguite in seguito ad episodi che destavano qualche preoccupazione hanno convinto i nostri confratelli di Gemona a fare pressione e convincere padre Luciano a farsi curare. Immediatamente, dopo i primi accertamenti in ospedale, la situazione si rivelò grave: valori scompensati, stato generale di infezione e aneurisma all'aorta. Il programma clinico era già iniziato e qualche accenno di miglioramento si cominciava a registrare fino al tardo pomeriggio di lunedì 10 marzo quando la situazione degenerò precipitosamente: tutta l'aorta era danneggiata in modo irreversibile. P. Luciano si trovò così in una situazione molto critica.

Lottando contro l'impossibile, fu organizzato un trasferimento immediato dall'ospedale di Negrar al reparto di chirurgia dell'ospedale di Verona Borgo Trento. Dopo un attento consulto si decise un intervento clinico con il duplice concorso simultaneo del chirurgo e del cardiochirurgo. Così alle 0.30 del martedì 11 marzo, p. Luciano entrava in sala operatoria da dove uscì circa quattordici ore dopo, ormai privo di vita.

Gli ultimi momenti della sua vicenda sono stati una ratifica di un'esistenza vissuta nella bontà nella rettitudine e in profonda comunione col Signore. P. Silvano Zanella, raggiuntolo all’ospedale di Borgo Trento, non nascose la gravità della situazione a p. Luciano il quale colse l’occasione di questo momento per celebrare il sacramento della riconciliazione. Anch'io  lo raggiunsi e rimasi con lui mentre lo stavano preparando per entrare in sala operatoria. Pregammo insieme. La sua partecipazione alla preghiera era totale, forte e serena. Sapeva che se l'intervento avesse avuto buon esito, sarebbe rimasto paralizzato per il resto dei suoi anni. Mi disse che intendeva sottoscrivere anche questa possibilità. E poi mi chiese di farmi voce per chiedere scusa a chiunque avesse fatto del male. Con profonda calma continuò: "Se il Signore vuole che torni a sorridere in mezzo a voi, ne sarò felice, se invece mi chiama da lui, pregherò sempre per voi”. Non ho mai visto un uomo andare incontro alla morte con tanta consapevolezza e pace. Da vero figlio di S. Gaspare visse gli ultimi istanti nello spirito del vero santo abbandono.

Una persona della parrocchia SS. Trinità di Roma, appena ricevuta la triste notizia mi ha scritto: “Abbiamo un altro angelo in cielo, buono e sempre sorridente”. Chi l’ha conosciuto ed amato ricorda così don Luciano.

P. Luciano, nato a San Massimo (Verona) il 10.12.1936 da Ernesto e Bottega Giuseppina , fu incorporato a Cristo nel Battesimo il giorno 27 dello stesso mese. Il 4 settembre del 1950 entrò nell’Istituto. Emise i primi voti il 23 settembre de1 1956 e si consacrò definitivamente al Signore nella nostra Famiglia religiosa il 23 settembre del 1959 con la Professione perpetua. Recatosi poi a Roma per gli studi filosofici e teologici, conseguì la licenza presso l’Angelicum e fu ordinato presbitero il 28 giugno 1964.

Svolse il suo ministero in molte comunità: Scuola Apostolica, Pavia, Milano, Roma e, infine, per parecchia anni a Gemona, lasciando sempre una traccia di sorriso e di bontà. In comunità si faceva carico dei servizi più umili. Era come una mamma per gli altri. Dotato di notevole intelligenza era pure apprezzato per la sua profondità. P. Luciano animato sempre da spirito di fede e da una forte preghiera, ha saputo coniugare intelligenza e bontà. Due caratteristiche che raramente troviamo insieme nella stessa persona.

Al Signore, cui lo affidiamo perché lo accolga per sempre nella sua tenerezza, non chiediamo perché ce l’ha tolto, ma gli rendiamo grazie perché ce l’ha donato come fratello carissimo e discepolo fedele.

Riposi in pace. P. Silvano Nicoletto

 

Articolo apparso su «Messaggero Veneto» - Giovedì 13 marzo 2003

Il padre stimmatino, conosciutissimo nella zona, aveva un aneurisma all’aorta. Due pullman di fedeli per le esequie

MUORE DOPO 14 ORE DI INTERVENTO

Gemona: la vittima è don Luciano Zoccatelli di 66 anni

GEMONA. Un grave lutto ha colpito la comunità dei padri Stimmatini di Gemona: nell'affrontare un delicatissimo intervento chirurgico durato 14 ore, è morto a Verona don Luciano Zoccatelli, 66 anni, sacerdote molto conosciuto e stimato nella cittadina pedemontana - dove ha vissuto per una trentina d'anni - come anche nelle frazioni venzonesi di Gamia e Portis, di cui è stato per vent'anni cappellano. Don Luciano, sacerdote dal 1959, svolse il ministero in molte comunità: Scuola apostolica, Pavia, Milano, Roma e infine Gemona, dove ha saputo lasciare un'impronta indelebile anche come educatore (molti ex ragazzi ricordano le ore passate insieme all'oratorio) ed è stato anche docente all'Università della Terza Età. Alcune settimane prima del suo ricovero, avvenuto pochi giorni fa, don Luciano aveva iniziato a manifestare i primi sintomi della sua malattia, un aneurisma dell'aorta di cui è venuto a conoscenza solo in seguito agli accertamenti, cui i confratelli lo avevano convinto a fatica a sottoporsi: agli specialisti la situazione è subito apparsa in tutta la sua drammatica gravità. L'aorta appariva infatti completamente danneggiata, tanto da far propendere per un intervento cardiochirurgico. Entrato in sala operatoria mezz'ora dopo la mezzanotte di martedì scorso, don Luciano non è sopravvissuto alle quattordici ore di intervento. «Gli ultimi giorni della sua vicenda terrena - ricordano i suoi confratelli - sono stati una ratifica di un'esistenza vissuta nella bontà, nella rettitudine ed in profonda comunione col Signore». Raccontano che il sacerdote aveva affrontato con serenità la verità della sua situazione critica, di cui era stato informato da padre Zanella. Aveva pregato assieme a lui ed al padre superiore fino al momento di andare sotto i ferri del chirurgo. «Sapeva - ricordano ancora i sacerdoti - che se l'intervento avesse avuto buon esito, sarebbe rimasto paralizzato. Disse che intendeva sottoscrivere anche questa possibilità». «Non giudicava nessuno né con le parole, né con il cuore - ricorda padre Fausto Torresendi -: aveva un cuore bellissimo».

I funerali del sacerdote saranno celebrati sabato, alle 10.30 a San Massimo di Verona, dove don Luciano era nato nel 1936. Per favorire la presenza dei tanti che vogliono partecipare, si sta organizzando un servizio di pullman che partirà da Portis e Carnia; coloro che lo desiderano, potranno aggregarsi (con mezzi propri, in quanto il servizio pullman purtroppo è reso difficoltoso per la concomitante manifestazione sindacale a Milano) trovandosi nel piazzale ferroviario di Gemona alle 5.30. La forania di Gemona ricorderà don Luciano con un momento di pregherà e l'Eucarestia che sarà celebrata martedì nel duomo gemonese alle 19.

           Natalina De Pascale

 

Italiano