20 ottobre

PADRE  RENATO  SANGES  (Sacerdote)

Nato 11.11.1931 a Cartagine, Tunisia

Professione temporanea 9.9.1952

Professione perpetua 9.9.1955

Ordinazione 24.6.1960

Morto a San Leonardo 20.10.2022

Anni 90.

 

Il mattino del 20 ottobre 2022, verso le 7.00 del mattino, il Signore ha preso con sé il nostro confratello p. Renato Sanges.

P. Renato, accompagnato è arrivato all’infermeria di S. Leonardo nel 2013. Le sue condizioni di salute non gli permettevano di continuare nel ministero pastorale, tuttavia, ha vissuto gli ultimi anni del suo cammino terreno, nella serenità, senza mai rinunciare al suo cordiale sorriso, soprattutto quando riceveva qualche visita di confratelli o di amici. Fino a pochi mesi prima della morte, ha saputo accogliere con gratitudine e semplicità le cure e le attenzioni offerte dal personale sociosanitario che assiste i nostri anziani ammalati e da p. Giuseppe Carpene che ne cura l’organizzazione e l’accompagnamento. Il vero declino cominciò dopo aver contratto il Covid, nel mese di luglio 2022, tuttavia, lo superò ma, nel mese d’agosto, la situazione si è fatta più pesante, soprattutto per la difficoltà a prendere cibo. Infine, come una candela che si consuma, il mattino di giovedì 20 ottobre, è andato incontro al Signore.

Da uomo di pace quale era p. Renato ha sempre e ovunque servito il Signore. Grazie alla sua indole mite, perciò senza pretesa di imporre alcunché a chicchessia, i confratelli che hanno condiviso con lui la vita comunitaria e il ministero lo ricordano come un “costruttore di fraternità”.

È nato a Tunisi l’11 novembre del 1931 e Battezzato il 20 dicembre dello stesso anno. Nel dopo guerra la Famiglia si è trasferita a Roma, lì ha conosciuto la Congregazione Stimmatina attraverso la Comunità di Santa Croce al Flaminio. Dopo i tre anni del corso ginnasiale alla scuola francese, entrò nel 1949 nella Scuola Apostolica, a Sezano. Si consacrò per sempre come Stimmatino con la professione perpetua il 9 settembre del 1955 e, il 26 giugno del 1960 fu ordinato presbitero da Mons. Giuseppe Carraro.

Ha esercitato il ministero nelle comunità stimmatine del Sud Italia, specialmente a Poggiomarino e Bellizzi. È stato anche parroco a Rocca Imperiale (Cosenza). Prima di giungere a S. Leonardo, fu a Roma come rettore della chiesa di S. Agata presso la Curia Generalizia (negli anni che precedono il 2009), in seguito, fino al 2013, a S. Croce al Flaminio come cooperatore parrocchiale.

La sua non breve esistenza terrena, vissuta prevalentemente al Sud e Centro Sud, soprattutto nel ministero parrocchiale, ha attraversato differenti stagioni ecclesiali e molte situazioni complesse.

Quando la sua famiglia da Tunisi si trasferisce a Roma, come molte famiglie di quel periodo post bellico, conosce una grande precarietà. Per questo motivo, il giovane Renato porta nel cuore la sofferenza di non essere d’aiuto ai genitori come vorrebbe. Entra in seminario. I familiari non fanno alcuna pressione per trattenerlo. Da un lato, non fugge dalle difficoltà dei familiari e, dall’altro, non interrompe il cammino della sua vocazione.

Il filo rosso che tiene insieme i vari momento del suo cammino di vita è proprio questo anelito di stare con Cristo, in ogni momento, nei momenti più difficili e in quelli più sereni.

P. Renato non aggredisce, non rivendica ma, al tempo stesso, accompagna con amore delicato le situazioni e, al momento opportuno, è capace di agire in maniera corretta.

La pagina evangelica che la vita di p. Renato ci consegna è la pagina dell’amore delicato, discreto. È la pagina della mitezza.

I confratelli e la gente che l’ha conosciuto portano nel cuore il ricordo di una persona che con la semplice presenza riesce a pacificare i cuori. Come rendeva belli e gioiosi i momenti di incontro attraverso la sua arte di imitatore umorista! Uno humor, mai graffiante o sarcastico, ma leggero, sempre teso a far gioire e a stare bene insieme.

Coloro che hanno curato la sua formazione ci parlano di Renato come un giovane buono e di talento sia sotto il profilo intellettuale come a livello relazionale; non è facile riscontrare nella stessa persona intelligenza e bontà. Eppure, mai ha usato le sue qualità per mettersi sotto i riflettori, per primeggiare, per apparire, per imporsi sugli altri. Invece, sempre sotto traccia per non disturbare. Così è vissuto e così il suo cuore ha cessato di battere.

Tutti noi abbiamo molto da imparare da confratelli come lui, e sono molti, che senza voler emergere, sanno stare sotto lo sguardo di Gesù e, di Gesù, ne riflettono la luce.

P. Silvano Nicoletto

 

 

 

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