seconda parte

VITTORIA SULL’ ERESIA ARIANA

“... per abbattere e distruggere”

 

2086    In questo modo, con la mansuetudine, San Zeno ha spento l’odio dei suoi nemici e ha trasforma­to lupi famelici in umili agnelli.

Con la semplice serenità del suo cuore ha vinto l’astuzia e l’invidia dell’antico serpente.

Anzi, con la stessa prudenza del serpente ha abbattuto l’albero nefasto della menzogna ed al suo posto ha piantato la croce di Cristo che porta salvezza, come segno di una conquista gloriosa e stabile.

A questo punto pensate che possa governare pacificamente e liberamente la sua Chiesa? No, riveriti uditori: c’è ancora un nemico da combattere, l’eresia. E fra tutte la più insidiosa, quella ariana.

Questa guerra, se uno guarda alla forza e alla qualità del nemico, non è meno grave della precedente, perché qui alla violenza si aggiunge l’astuzia.

Se pensi al modo di combattere è certo più formidabile, infatti è molto più grande il pericolo che viene da un nemico insidioso di quello che viene da un avversario palese.

 

2087    Se pensi all’estensione della guerra che dilaga in tutto il mondo e si pensi al suo continuo rinnovarsi, che finisce con lo stancare e demoralizzare molti tra i suoi combattenti più vigorosi, la vittoria si fa ben più difficile e incerta e la si può conseguire soltanto in qualche particolare luogo e momento.

Mentre infatti la guerra contro il paganesimo era ai suoi ultimi e decisivi scontri, questa è nel vigore del suo sviluppo, ha un numero enorme di focolai e  possiede inesauribili risorse.

 

2088    Apparve ben chiaro che il demonio, vinto e scacciato dalla rocca dell’idolatria, cambiò il fronte e mutò la tattica.

Il demonio, da abile capitano, si preoccupò di indebolire la parte avversa e attrasse nelle sue file molti dei nemici, in modo tale che l’altro capitano non potesse fidarsi dei propri soldati.

Rinfocolando odio e fanatismi, moltiplicando le proprie forze ed il proprio ingegno, riaccende la guerra e dice: “Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito” (Lc 11,24).

Non  trascura l’esperienza acquisita nella prima lotta e cioè quanto sia importante, per manovrare tutte le forze e radunarle insieme, avere dalla propria parte colui che le controlla tutte.

Ed è ben noto che l’imperatore Costanzo, sedotto dalle sue arti, favorendo le controversie ariane, suscitò un gran numero di discordie che manteneva vive e che rafforzava con diverse formulazioni religiose che cambiava quasi quotidianamente.

 

2089    E non si trattava soltanto di parole o cavilli, ma di fatti concreti: inquisizioni crudeli, guerra aperta, stragi sanguinose, persecuzione furiosa. I vescovi cattolici furono esiliati e sostituiti dagli ariani nelle loro sedi; il grande Atanasio fu scacciato e la sua Chiesa di Alessandria data agli eretici in preda ai Giudei ed agli idolatri; chiese profanate, vergini diffamate, sacerdoti e fedeli straziati. Fu bandito dalle Gallie l’illustre Ilario; il forte Eusebio da Vercelli fu sballottato attraverso tutto l’occidente e l’oriente; lo stesso Papa Liberio venne rimosso e sostituito con Felice. Osio, valido difensore della fede nicena, venne fatto cadere e con lui furono travolti i legati pontifici che pure erano ben radicati nella fede. E che altro?

Ingannati i 400 vescovi radunati a Rimini fino a far piangere tutto il mondo cristiano nello stupore di esser quasi divenuto ariano.

 

2090       E più vicino a noi, ad Aquileia fu sedotto il patriarca Fortunaziano; a Milano intromesso Assen­zio, viene bandito il suo santo arcivescovo Dionigi; e l’usurpatore vi rimane per venti anni, inganna il popolo, raggira i principi e lo caccia soltanto la morte. Egli caccia anche il profugo S. Martino, tormenta Filastrio a Brescia e contemporaneamente tutti i vescovi  vicini; anzi prova a contagiare e sollevare tutta l’Italia. Non ancora contento espande le sue insidie all’Illiria.

Ma perché sto a raccontarvi questi fatti incresciosi se dappertutto verso la fine di quel secolo la fede cattolica è stata tormentata gravemente, e i suoi sacerdoti ricercati per esser sedotti, insultati, rapinati, esi­liati e uccisi, in Asia da Valente, e nei secoli successivi in Africa dai Vandali, dai Visigoti in Spagna, dagli Ostrogoti e i Longobardi in Italia?

Ecco dunque una guerra grave, lunga e pericolosa che dilaga da ogni parte e molto vicino.