SEMPRE MARE - 16.11.1932

Sempre mare. Il caldo si è fatto più soffocante: si suda stando seduti. Una cosa nuova: dopo tante osservazioni, e dirò anche curiosità, riuscii a vedere i piccoli pesci con le ali. Sono tanto carini; spaventati dal rumore delle eliche e dei motori, cercano di sottrarsi alle onde e ai vortici prodotti dalla nave, e volano via svelti svelti, rituffandosi dopo alcuni metri. Sembrano locuste, e per tali si prenderebbero, se con un tantino di osservazione non si vedesse che sono formati come gli altri pesci.

Dopo cena conversammo con un giovane inglese. Un bel tipo di giovanotto: sa anche un po' di francese, non più di quattro parole bestemmiate alla meno peggio, tanto da capirsi un po'. Vederlo, quando non gli veniva la parola: restava lì con la bocca aperta, cercava col pensiero, si sforzava, ma capperi, non veniva; e allora battendosi la zucca, esclamava: «Oh! Oh! Mon français, mon français!». È un povero protestante, battista; va a Bombay per le feste, sperando di guadagnare quattrini suonando la cornetta.