ZELO PASTORALE: BICICLETTA E GRAPPA

Nel secondo anno di sacerdozio nella parrocchia di san Leone Magno a Milano, andavo a visitare le famiglie in bicicletta per fare due chiacchiere.

Prima del Concilio Vaticano II, questo era considerato un pericolo, specialmente per un religioso. Qualcuno lo riferì  al Superiore Provinciale. Sarei stato scomunicato se il Concilio non avesse aperto nuovi orizzonti di evangelizzazione.

Quel giorno andai a visitare il signor Camillo, nostro parrocchiano che si diceva ateo. Egli mi offrì un bicchierino di grappa e una buona chiacchierata come veri amici. Solo che io bevevo un sorsetto dopo l’altro. Quando capii che il signor Camillo stava per convertirsi, io mi sentivo già convertito alla grappa.

Presi la bicicletta e corsi a casa. Non ebbi il tempo di entrare in camera mia e nemmeno di sdraiarmi che ero già svenuto. Penso di aver dormito con gli angeli, perché ho sognato: l’ateo diventava un fervente cristiano. Ed era vero.

Credi che lui sia andato in Paradiso? Per la misericordia divina io credo di sì. Gesù non ha  forse risposto al buon ladrone: «Oggi stesso sarai con me in paradiso»? (cfr. Lc 23, 42-43).

 Grazie, Signore Gesù.

Perdonami per aver esagerato con la grappa.